II Domenica di Quaresima (anno A)

Mt 17, 1-9

ALZANDO GLI OCCHI

NON VIDERO NESSUNO,

SE NON GESU’ SOLO.

 

 

Nube. In questo brano Matteo descrive diversi simboli che rimandano al cammino del popolo di Israele nel deserto. Tra questi la nube che guidava il popolo di giorno nel suo camminare verso la terra promessa. La manifestazione della gloria di Gesù ai suoi discepoli viene collocata in un contesto di cammino verso la piena liberazione.

Vesti candide. Gesù risplende nella sua bellezza, trasfigurato per manifestare ai discepoli e a ciascuno di noi il destino finale di glorificazione che ci attende in quanto salvati: vedere Dio faccia a faccia.

I discepoli caddero per terra. Gesù, vero Dio e vero uomo, è il solo mediatore che può mettere in relazione la creatura con il suo Dio. Al tempo di Mosè chiunque toccava il monte Oreb, luogo della rivelazione di IHVH, era destinato a morire. Adesso Gesù permette ad ognuno di poter entrare in comunione con Dio. E’ lui che, rimanendo presente, scende nella nostra vita di tutti i giorni per renderci partecipi della vita del Padre.

Facciamo tre tende. Pietro nel suo meravigliarsi non riesce a sentirsi compreso nella rivelazione, ma la guarda da lontano come uno spettatore. Di fatto è Gesù che inserisce l’uomo nella comunione con Dio. Poi Pietro è l’unico che ha il coraggio di parlare, vuole fare lui, ma non viene ascoltato. Gesù lo rimanda al modo con cui questa glorificazione avverrà in modo pieno: la croce.

Questi è il mio Figlio… ascoltatelo. Questa voce è un invito ad avere fiducia di Gesù. L’ascolto ci mette in relazione con Dio e con il prossimo.